Il bike sharing alla prova del coronavirus: le domande da farci per evitare l’auto
Che fine faranno le buone intenzioni delle amministrazioni locali e nazionali sulla mobilità ciclabile e condivisa dopo la stretta sul trasporto pubblico causata dalla gestione dell’epidemia COVID-19?
Abbiamo già citato le proposte dei ciclo-attivisti per arginare l’assalto all’automobile che rischia di paralizzare le città italiane e alcune proposte di specialisti della mobilità dolce ma come ci sposteremo quando proveremo a tornare alla nuova normalità dal 4 maggio?
Per rispondere a questa domanda, l’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility sta promuovendo un sondaggio anonimo sull’uso dei mezzi di trasporto pubblici e privati prima e dopo il lockdown.
Il questionario si compone di 28 domande con l’obiettivo di capire come cambierà la mobilità nelle varie città italiane. Le domande contengono anche alcune indicazioni utili sulle procedure che vengono adottate per garantire l’uso in sicurezza delle attrezzature condivise.
L’iniziativa è nata dal servizio di carsharing cagliaritano Playcar che aveva avviato per primo un sondaggio fra i suoi utenti. L’Osservatorio ha così deciso di raccogliere i dati a livello nazionale diffondendo il sondaggio tramite gli aderenti, tra i quali il servizio di bike sharing Bicincittà.
Gli utilizzatori della bici come mezzo di trasporto e di svago hanno un modo in più di sentire la propria voce in un momento in cui l’automobile privata viene dipinta come l’unico mezzo sicuro per recarsi al lavoro o a fare le commissioni. Il rischio è che la bicicletta e i servizi di mobilità condivisa, tanto faticosamente entrati nelle nostre città grazie ai biciplan e ad una aumentata attenzione alla multimodalità, vengano di nuovo messi da parte dalla pura paura e da informazioni incomplete o fuorvianti.
L’Osservatorio raggruppa decine di operatori dei servizi di mobilità condivisa (bikesharing, carsharing, scootersharing, carpooling) ed è nato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.
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